Diario di Marty222, 15 set 23

Qualche breve considerazione sul libro La cronologia dell'acqua. Mi è piaciuto molto, ma non è per lettori impressionabili. Lo consiglio a chi ama le trame crude e drammatiche.

2169 kcal Gras: 55,91g | Prot: 137,18g | Carb: 274,83g.   Colazione: Coop Arachidi Tostate, Pera Coscia, Esselunga Susine Stanley , Viviverde Coop Orzo Solubile Biologico , Coop Latte di Soia senza Zuccheri Aggiunti , Go For Fit Latte High Protein. Pranzo: Pizza Marinara, Pane Toscano, Antica Fattoria Olio Extra Vergine di Oliva , Pam Panorama Broccoli Cotti al Vapore, Coop Speck Alto Adige Igp. Cena: Esselunga Susine Stanley, Petto di Pollo, Carne, Pam Panorama Broccoli Cotti al Vapore, Antica Fattoria Olio Extra Vergine di Oliva , Pane Toscano. Snacks/Altro: Uva Bianca, Uva Bianca, Bombolone alla Crema. Di più...


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Commenti 
Personalmente ho apprezzato molto la cronologia dell'acqua, e devo dire, contro le varie aspettative, anche se io faccio poco testo, in quanto poco perturbabile dai drammi, non mi ha sconvolta, nel complesso. Oltre alla orrida e atroce trama autobiografica, che illustra nei minimi dettagli la spietata carneficina della sua, be' per l'autrice del tutto "inutile" e fallimentare esistenza, mi ha colpita molto una particolarità del libro, il linguaggio. Diretto, brutale, e a livelli così oltremodo esorbitanti che, tra me e me, mi sono chiesta più volte se fosse dannatamente strafatta (si, parla anche di quello), anche mentre scriveva. Un linguaggio così totalmente rude e schietto, che è riuscito a sconvolgere persino il mio animo non proprio facilmente perturbabile, ma, tutto sommato, almeno per me, sarò sadica, non saprei, l'ho trovato, comunque, affascinante. Sì, affascinante perché la sua incredibile e inconsueta brutalità e schiettezza rappresentano la verità. La verità di ciò che è stata l'esistenza dell'autrice, irrimediabilmente così drammatica e pervasa dalla sofferenza, che anche lo stesso aggettivo non è forse propriamente adeguato per descriverla a pieno. La verità di come lei stessa, da miserabile e patetica fallita, si percepisce, o piuttosto, meglio dire, si è sempre percepita. Appunto, una patetica e miserabile fallita. Completamente, e più o meno, in tutto. Nella vita, nel lavoro, durante gli anni dell'università, e ben presto pure nel nuoto, la sua unica e vera passione. Un linguaggio che incarna la verità di ciò che sente. Lei non sente niente, ama questa stranissima sensazione di non sentire. Una sensazione che ha imparato, fin da molto piccola, quando da ragazzina, con il padre che abusava delle figlie e una madre quasi sempre ubriaca, desiderava amaramente una famiglia diversa. Ben presto anche lei lascerà quell'inferno, la sua casa, come il mito, per lei, della sorella maggiore, per la quale stravede. È un linguaggio che incarna a tutti gli effetti la verità di ciò che lei, probabilmente, e inconsapevolmente o meno, ha desiderato più volte, oltrepassando il limite, quindi in una unica stramaledetta parola, il dolore. Il dolore è la verità che potrebbe riassumere tutto quello che è stato il suo pietoso vissuto esistenziale, e un desiderio, piuttosto evidente, presente, da sempre, ovvero la capacità di annientare ogni inutile e cavolo di sensazione, umanamente percepibile. Nel profondo, la sua frantumata emotività, desidera sopprimere il dolore, e ci prova, ma in maniera del tutto fallimentare, col corpo. È attraverso di esso infatti che l'autrice cerca costantemente di soffocare questa sofferenza. Mi ha colpita il linguaggio, quindi, perché è il linguaggio che meglio rappresenta, in poche parole, la sua vita, fatta solamente di sofferenza, abusi, alcool, sesso, droga, morte, e una unica, bellissima passione, il nuoto, un unico posto, l'acqua, in cui lei finalmente non sente più quell' interminabile percezione di oppressione che purtroppo pervade l'intera e inutile tragica trama della sua esistenza. L'autrice paradossalmente ci regala ogni minuscolo dettaglio della sua vita, e ci narra una triste e orrida verità, la sua verità, facendolo senza vergogna, come pochi autori fanno. Questo del libro, quindi, mi ha spiazzata più di tutto, il linguaggio, e lo ha fatto in positivo. L'ho trovato un libro diverso, ecco, da quelli che si è soliti leggere, raramente mi è capitato tra le mani dei libri scritti con un linguaggio così brutale. In aggiunta, anche un' altra particolarità, mi ha colpita, la non linearità della trama. La storia non segue un'ordine logico e lineare, i frammenti di vita sono sparsi come pezzi di puzzle da dover rimettere insieme, e sembra l'autrice voglia annientare persino la percezione dell'ordine cronologico della sua vita. E infine, be', potrei spendere due parole sulla storia raccontata, ma che posso dire di una autobiografia così straziante, violenta, e che non è la mia. Non ci sono molte parole per parlare del dolore. Il silenzio, spesso, è molto più efficace delle parole. "Sentire" l'emozionante suono della voce dell'autrice, soltanto questo permette di percepire realmente tutta la sua sofferenza, che trapela chiaramente dalle sue parole. In conclusione, certamente non è un libro per tutti, specialmente per lettori che temono di essere facilmente suscettibili, ma se non si è troppo impressionabili, e anzi ci piacciono notevolmente i drammi, ne vale la pena.  
15 set 23 da utente: Marty222
bellissima recensione, che vien voglia di leggerlo, a me per via del linguaggio, amo la crudezza sopratutto se autobiografica, a questo punto lo metto tra i to do read😃 
15 set 23 da utente: Welingprogress2
😃allora leggilo pure tu 
15 set 23 da utente: Marty222
L' autrice non scrive, vomita, vomita bile gialla. Fa sentire i profumi di cadavere e morte ai sui lettori, e, la puzza di morte tira forte giù nel pozzo tutti. L'autrice che da 70 anni rivive nella vita di tutti i giorni i suoi incubi infantili, senza affrontarli e vederli, deve, deve, parole sue, scrivere i suoi dolori per condividerli, e , sempre parole sue, deve scrivere per non morire. Tra questo libro e il settimanale di gossip novella 2000, non ci sono differenze; è il morboso, vuoto e inutile ,che ci attira e ci tira, senza restituire nulla. Martina nel suo articolo è talmente presa dalla merda, che viene magistralmente descritta dall'abile scrittice, che omette di parlare del finale, che fa respirare una leggerissima brezza d fiori. Merda batte fiori, 10 a 0. 
15 set 23 da utente: danieldds177
Verissimo Danieldds, grazie del bel commento. È in effetti pura, vera merda quella che la scrittrice ci spiattella in faccia, dritto davanti ai nostri occhi. Come fa, qualsiasi lettore, a rimanere negligente di fronte a così tanto schifo reso puramente esplicito e così tante e orribili nefandezze narrate meravigliosamente per mezzo di un linguaggio così vitale e straziante. Si può percepire tutto, pure un trasparente produmo di morte e di cadaveri. Libro veramente bello, che rileggerei di nuovo, soltanto per riprovare le sensazioni che ho provato. E devo ringraziare Paolo, che me lo ha consigliato😀. 
15 set 23 da utente: Marty222
oddio dopo questi ultimi commenti, non sono troppo invogliata😅 comunque Marti, ho 8 libri da leggere davanti, in questo momento sono su una biografia interessantissima di Tolstoj di Henri Troyat divisa in due tomi, una delle migliori mai lette😃 
15 set 23 da utente: Welingprogress2
🤣🤣🤣 nooo, non far caso a questi ultimi commenti, merda era una metafora😅, il libro è molto bello, se ami il linguaggio brutale nelle autobiografie come hai detto prima, ti dovrebbe piacere, magari può sconvolgere un pochino qualche animo più sensibile😁. Ecco, Tolstoj non l'ho mai letto. Io sono solita leggere libri più contemporanei, ma se ne vale la pena, me lo segno😁 
15 set 23 da utente: Marty222
la mia impressionabilità si deve ancora riprendere dalla spazzola per i capelli e dall'elastico 😃 
15 set 23 da utente: PaoloAnasti
grazie del commento Marty, in un mondo che predilige commenti poco più lunghi di un'imprecazione, per me è stata una boccata d'aria fresca 😃 mi basta poco per rimettermi in pace col mondo di Fs😃😃 
15 set 23 da utente: PaoloAnasti
🤣😃 si Paolo, mi avevi detto che il libro ti aveva sconvolto. Di niente, grazie a te per avermelo consigliato😀😀 
15 set 23 da utente: Marty222
eh Marti, diciamo che una volta letti i classici e i romanzieri russi, é difficile tornare ai contemporanei con lo stesso sguardo, almeno per me. Per apprezzare Tolstoj in tutta la sua grandezza, val la pena capire il contesto storico in cui viveva. Per i russi dell''800 poi, la difficoltà iniziale (superabilissima) é quella di districarsi tra tanti nomi e soprannomi dei personaggi, una fatica ampiamente ricompensata dallo stile fotografico e dai profili psicologici che emergono da dettagli. 
15 set 23 da utente: Welingprogress2
Bello questo libro!! 😇 brava ottima lettura  
15 set 23 da utente: TheDark Knight
Welingprogress2 sicuramente, non metto in dubbio siano molto belli da leggere anche i classici, però non mi sono mai imbattuta più di tanto, tendo forse a percepirli un po' distanti dal nostro contesto socioculturale, e ho paura di immedesimarmi di meno, ma magari è una percezione mia, infondata, perché leggo soprattutto libri contemporanei😁. 
15 set 23 da utente: Marty222
TheDark Knight l'hai letto?😁 
15 set 23 da utente: Marty222
Certo 🙄 😳🥸 
15 set 23 da utente: TheDark Knight
🤣🤣🤣🤣 
15 set 23 da utente: Marty222
Su fammi domande 🫵🏻🫵🏻 
15 set 23 da utente: TheDark Knight
ah no ma ti credo eh, ci mancherebbe 🤣🤣😇😇 
15 set 23 da utente: Marty222
Marty222 i classici sono tali perché sono senza tempo, conoscere l'epoca storica in cui sono vissuti amplia solo la comprensione dei riferimenti, ma bucano il tempo perché arrivano a cogliere aspetti di attualità. Esempio da dove arrivano eventi che hanno radici lontane, a cui spesso si attribuiscono ragioni distorte per mancanza di visuale dall'alto, o come la natura umana agisce e reagisce nelle piú disparate situazioni. Per questo alterno classici/contemporanei😉 
16 set 23 da utente: Welingprogress2
la recensione mi è piaciuta così tanto che ho subito prenotato il libro in biblioteca, appena uscita mi sono seduta sulle panche fuori ed ho cominciato a leggerlo 
17 set 23 da utente: grip246

     
 

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