Diario di eraeleo, 04 gen 21

Ma non credo ci sta 

era anche montagna eh, dite che ci potrebbe stare? Allora mi mangio una pizza extrema ahaah 

Ahahha chiedevi conferme per mangiarti una pizza? 👏🏻👏🏻👏🏻 

Mi sembrano ok, con il percorso di 12 km che solitamente faccio sto sulle 700/750... la differenza saranno pendenze, velocità, età, ecc. 🙂 

Attive o complessive? E comunque ci sta, immagino ci sia stato anche del dislivello a vedere dal tuo passo 

Forrest 990 limitate all tempo dell' attività di 4ore., Non sulla giornata intera 

Ahahah mi calibro sul diritto di sgarro 

Si, certo, lo so che è relativo alle 4 ore. Però alcuni dispositivi danno le calorie totali, ovvero quelle consumate dall’attività (che sono le calorie attive) più una stima di quelle che avresti comunque consumato anche stando ferma.  

900 E' solo un numero, una misura. Il corpo non legge i sensori. Fa quello che fa, qualsiasi sia il numero che appare sul tuo display. Sto cercando di convincermi a portare l'attivita' fisica alla massima banalità. Anche io sono uno che, quando parte per un giro, attiva una serie di procedure: costruire il gpx con il giro, poi si accende Osmand, strava, cardiofrequenzimetro, metronomo per la cadenza, e ovviamente lettore di audiolibri. Poi va considerato l'abbigliamento. La pressione delle gomme, la borraccia, lo zainetto per le emergenze, cellulare, portafoglio alleggerito, cuffie bluetooth cariche? e per finire; l'analisi dei dati a fine giro. che cavolo...... tutta la mia procedura, cambia qualcosa sui benefici (e malefici) del giro in bici sul mio corpo? Sono incappato in un articolo: Come continuare a fare movimento una volta che cala l'entusiasmo. Scriveva che ogni complicanza, puo' essere sabbia negli ingranaggi per "partire" ed una "scusa" per la pigrizia, che non aspetta altro che costruirsi una scusa per restare sul divano. Secondo questo articolo, dovrei eliminare tutto, ridurre al minimo l'impegno per "partire"; e per quel poco che rimane: suddividere l'attivita' in micro-obiettivi. Mettersi le scarpe mette meno ansia di tutta la procedura qui sopra. Obiettivo successivo, aprire la porta, e cosi' via. Una volta che sei in strada e' piu' facile pedalare, che tornare in garage. Ultima accortezza, e secondo l'articolo forse la piu' importante: non "fare un esercizio", ma "essere un atleta". Secondo l'autore, se ti senti un professionista del riposo, devi organizzarti ogni volta per vincere la tua natura, e fare esercizio diventa una piccola violenza a quella che consideri il tuo esssere plantigrado. Se invece ti convinci che "sei un atleta" come modo di essere. Il tuo "sentirti atleta" ti puo' portare a muoverti in qualsiasi momento si crei un'occasione. Si esce... quante calorie? Quanto tempo? A che velocita? come dicevo all'inizio, echissefrega, il corpo non legge le app per bruciare o per costruire... 😃 La motivazione puo’ non essere il numero su un display. Provo anche questa, eh? 😃  

ma è il cardiofrequenzimetro? 

a mio avviso, ci può benissimo stare come ordine di grandezza 

Il tuo approccio, ovviamente, e’ sostenibile, geba. Solo per il fatto che qualcuno possa sostenere un argomento, lo rende automaticamente “sostenibile”. Quindi anche quello citato da me; e quello di chiunque altro abbia voglia di esprimerne un altro. Nell’abitudine a dare per scontato un modo di ragionare, senza dilungarsi a considerarne altri, hanno un peso enorme le celle culturali; all’interno della quali ci siamo formati. Ad esempio, la società occidentale e’ “Causale”. Ovvero, e’ abituata a pensare che gli avvenimenti sono prodotti da una causa. Da cui l’abitudine a cercare i meriti o le colpe in qualsiasi cosa facciamo. Il tuo ragionamento rientra nel modello occidentale “causale”. Infatti essendo un occidentale, io ti comprendo alla grande. “Monitoraggio e misure” sono gli strumenti, quindi le “cause” di uno stile di vita sano. Nella tua modalita’ mi sento un pesce nella boccia, infatti la pratico. Inconsapevolmente applico il modello causale, e quindi passo un sacco di tempo in una sua conseguenza diretta: il controllo; controllo e verifico quello che faccio, misurandolo. Tra gli orientali inoltre ha un peso notevole l’abitudine ad usare un modello “Acasuale”. ovvero: “le cose avvengono”; senza i miei meriti e senza le mie colpe. Infatti da quelle parti ci si concentra piu’ sull’accettazione, che sul controllo. Con le conseguenze visibili a molti passeggiando in un citta’ indiana. Ecco per “noi”, considerare che il mio corpo “faccia”, anche senza che io “controlli” quello che fa… e’ un po’ complesso da “accettare”. Ma lui, il mio corpo, se ne sbatte, e lo fa lo stesso 😃 

Paolo hai preso un mega palo, ero a piedi 😂 

L'avevo ben capito che eri a piedi Eleonora 😃 io mio discorso, piu' che riguardare te, riguardava me. Ebbene si, a volte parlo da solo, per convincermi 😃  

Il rasoio stravolta non funziona geba. La complessita' del ragionamento, porta a fare pulizia delle complicanze, e concentersi sulla semplicita'. La soluzone piu' semplice da mettere in prtatica sembra essere quella descritta in quell'articolo. Si esce, e si corre. Semplice come fare un po' di squat a caso, in salotto , prima di accendere la tv e in pigiama 😃  

a voler fare il pignolo, hai descritto uno dei modi particolarmente efficaci per far prendere il sugo alla pasta. Si butta tutto su una pentola, e si cucina la pasta nel proprio sugo 😃 bisogna farci un po' di esperienza ma una volta presa la mano, vengono cose spettacolari 😃 il metodo... stai parlando di quelle modalità di esecuzione che tolgono il gusto dell'ispirazione del momento? 😃